Origini, tradizione e Fede Cristiana
Chi vuol rivivere un’esperienza di fede e assistere a momenti di grande folklore, può partecipare alla festa di Gesù Nazareno, che si svolge ogni anno a San Giovanni Gemini la seconda Domenica di Giugno, dove la devozione delle comunità Sangiovannese e Cammaratese si esprime con gesti di particolare significato religioso (processione dei ceri votivi) e simboli di grande valore folklorico (Carro Trionfale).
La festa ha origini molto antiche essendo stata celebrata la prima volta nel 1677, come alcuni documenti testimoniano.
Fu l’arciprete Francesco Giambruno, primo arciprete di San Giovanni Gemini, a commissionare nel 1649 la statua del SS. Crocefisso appassionato intitolato a Gesù Nazareno, ed egli stesso ebbe la licenza dal Vescovo di Agrigento di benedirla.
Tale Crocifisso suscitò una così grande fede e un tale sentimento nei sangiovannesi da essere festeggiato con solennità e portato in processione per il paese.
Dalla metà dell’ottocento in poi la festa si arricchì con il Carro Trionfale.
Dice la tradizione popolare che la statua sia stata trovata da alcuni contadini presso la montagnola Puzzilo, oggi Pozzo di Gesù Nazareno, e di lì la statua sia stata portata in paese su un carro trainato dai buoi che si fermarono nella piazza e quindi la statua venne collocata nella chiesa Madre, prima nel transetto e poi, nel 1758, nell’altare maggiore abbellito in seguito da una cappella adorna di preziosi marmi con le offerte degli emigranti in America.
Il Nazareno è una statua lignea di autore sconosciuto, colorata di marrone e dal volto appassionato ma sereno e dolce, con un amorevole sorriso di misericordia e di amore appena accennato, che conquista quanti si recano ai suoi piedi a pregarlo.
Attorno al Crocefisso tre statue di stucco colorate: a destra San Giovanni Evangelista in piedi e Maria Maddalena inginocchiata, mentre a sinistra la Vergine Addolorata ritta.
La devozione a Gesù Nazareno è radicata nel cuore e nella vita di ogni sangiovannese e cammaratese, coinvolgendo anche gli abitanti dei paesi vicini che spesso vengono in pellegrinaggio. Quasta devozione si esprime nell’invocazione di aiuto e nella richiesta di grazie particolari che trovano il loro momento culminante nel “viaggio a piedi scalzi” e nella gratitudine per grazia ricevuta con la commovente processione dei ceri votivi nel giorno della festa.
Una devozione così radicata nella cultura del popolo che gli stessi emigrati se la portano con se ricordandosene nei luoghi di permanenza con momenti e feste particolari come avviene per i sangiovannesi di Bayonne (U.S.A.) che fanno festa nella stessa data portando in processione una copia della statua e riproducendo il Carro Trionfale.